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Egidio Fia (Lazio Tv) |
Egidio Fia è uno storico
giornalista televisivo di questo territorio. E’ un amico dello scrivente e
spesso in molti abbiamo seguito, commentato, supportato e lodato il lavoro editoriale di Lazio Tv. Per esempio, la sua audace ricostruzione dei recenti fatti su "Don't Touch" è stata degna di lode, e molte altre. Onore alla sua professionalità quindi, che non a caso è ripagata da una lunga carriera.
Ma la
puntata messa in piedi sulla drammatica morte di Paolo Censi, avvenuta l’antivigilia
di questo Natale è uscita totalmente dai canoni della ragione. E per capire
quanto si sia trattato di un momento degno di una puntata del “Caso Scafroglia”
di Corrado Guzzanti, basta una immagine che vale per tutte.
La crudeltà dell'ovvio
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Immagini da Monitor di Mercoledì 6 gennaio
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Questa sarebbe la
testa dell’avvocato Paolo Censi.
Si tratta ovviamente di un manichino da
esperti di balistica. Roba che si vede nei film in cui bisogna riprodurre la
dinamica di un omicidio avvenuto da distanze incredibili o con traiettorie
improbabili e che invece diventano crudelmente ovvie in un caso come il
sospetto suicidio attraverso l’uso di un’arma da fuoco. Mercoledì scorso su
Lazio Tv è andato in onda uno show curioso, nel quale si sono sentite tutte le
ricostruzioni possibili sui fatti e si è dato fondo alla più grottesca retorica
d’accatto nel tentativo di rendere digeribile una storia che, normalmente, ha
bisogno di risvolti lampanti per divenire pubblica. Perché il dolore privato,
il tormento del suicidio (se suicidio è stato) in genere viene lasciato ai
parenti e agli amici. Ma qui, tra le ipotesi e le diagnosi volanti, le
valutazioni per forza di cose
tristemente generiche sul perché un uomo da tutti apprezzato possa
arrivare ad un simile gesto si è rimasti tramortiti. "Era una persona stimata da tutti - spiega l'esperta di psicologia chiamata in causa nella trasmissione - forse aveva una situazione che metteva a rischio la sua stimata posizione".
Le ultime parole famose: "useremo i guanti bianchi"
La copertina con tristi
musiche di sottofondo, il dolore dei parenti, lo stupore degli amici. E quella
frase di Egidio Fia che inizia dicendo “purtroppo bisogna essere delicati in
queste situazioni e noi la tratteremo con i guanti bianchi” per poi passare ad
una tempesta di illazioni non può che stordire. “Sono stato il primo ad
arrivare sul posto - ha detto Fia senza specificare il perché - subito, la prima voce che è arrivata, il
primo messaggio che ho ricevuto sul telefonino parlava di omicidio”. E così, il
primo messaggio da lui ricevuto nel suo telefono privato viene promosso sul campo ad agenzia stampa e onda popolare, “ma c’è molta
omertà tra le conoscenze di Censi, forse qualcuno sa ma non parla”. Un vero
anatema di Fia che lancia quasi come un messaggio traverso.
Verso i plastici di Vespa e oltre...
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L'esperto di balistica descrive la traiettoria del colpo |
Ma il conduttore di Monitor cala l'asso e spunta la testa del manichino con la quale l’esperto di
balistica spiega come il "proiettile
abbia facilmente trapassato l’osso del cranio da parte a parte” descrivendo con
lo sguardo il foro d’entrata e quello d'uscita come se fosse lì, proprio nello studio di Monitor che è avvenuto il fatto. Superato il confine del plastico di Bruno Vespa, si continua con una ridda di suggestioni: “la misteriosa Dama Bionda” evocazione questa degna di un giallo da
bancarella, una donna dal ruolo imprecisato: “tutti si aspettano che essendo
una donna conoscesse bene la vita privata di Censi, ma conosceva anche quella
professionale". Questo perché, evidentemente, essendo comparsa sul campo "una dama" sarà forse un'amante, chi lo sa? Saranno gli inquirenti a decidere ma appare un tantinello prematuro buttarsi in questo delicato versante.
L'intreccio di cause ovvero, molte più inchieste di quante se ne possano immaginare
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Proiettili del calibro corrispondente a
quelli usati per il presunto suicidio
mostrati in studio |
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Una pistola come quella usata per il presunto suicidi.
Fia ne brandirà anche una riproduzione in diretta |
E poi, i presunti intrecci con il mega faccendiere della Svizzera, il
calcio, l’ex Presidente della squadra, i possibili debiti e anche “la
rivelazione”: “Censi era diventato un giocatore d’azzardo e frequentava i
casinò, e sapete - aggiunge Fia - nei casinò si incontrano i faccendieri, le
donnine di serie A e anche molti guai”. Sarà vero? sarà rilevante? Un amico di
Censi chiama in diretta e cerca di dissipare i dubbi: “Paolo, che frequentavo da sempre
non ha mai messo piede in un casinò. Lo dico per tutelare la sua onorabilità e
il tenore di questa trasmissione”. Potrebbe anche sbagliare l'amico, ma in ogni caso è stato un bel tentativo da parte dell’amico del
presunto suicida. Ma il tenore della trasmissione era perduto da tempo.
Dubbi legittimi e voglia di fare i fenomeni
Sia
chiaro, su Censi si potrebbe già oggi scoprire qualcosa di clamoroso, che una
delle tante ipotesi messe in campo dalla stampa in questi giorni si riveli
fondata. Perché fino ad ora si è titolato con caratteri di scatola di misteriose
telefonate e di retroscena terribili, da quegli stessi giornali che invece non
hanno ritenuto di dover scavare nella vita professionale di candidati alla
carica di sindaco nel recente passato. Delle due l’una: o queste “inchieste”
farsa servono ai magistrati per far spaventare un eventuale colpevole oppure si
sta facendo strazio del privato lutto di una famiglia. Se ci saranno sviluppi
d’inchiesta che - inutile dirlo - tutti stanno monitorando, pare evidente che
il caso Censi si dovrà seguire. Se gli inquirenti mostreranno sviluppi fondati saranno tutti lì a pubblicare della parte pubblica di un lutto, forse di un delitto (non si può ancora escludere al 100% da quel che abbiamo sentito).
Ma cosa hanno dimostrato coloro che con tanta
foga hanno cercato di “anticipare” gli inquirenti? La stampa veggente potrà
fieramente affermare che “l’aveva detto”.
Ma se così non fosse? Se davvero il
caso di Censi si dovesse chiudere come un suicidio, così come ora appare
probabile? Ne sarà valsa la pena allora
fare i fenomeni e inscenare un tale baccano
intorno al privato dolore di un privato cittadino?