I simboli sono importanti. Lo sanno bene quelli dell'Isis,
che hanno messo in fila una serie di macabri esperimenti di morte dove le più
assurde fantasie vengono messe in scena.
Un set hollywoodiano di sangue e terrore
![]() |
Immagini delle esecuzioni dell'Isis |
Quante volte ci siamo domandati, nel
nostro intimo come deve essere terribile morire annegati dentro una gabbia;
come deve essere venire bruciati vivi, colpiti da un razzo dentro
un'autovettura, decapitati da un'esplosione. Sono incubi da svegli, paure
ataviche che prima o poi toccano i nostri pensieri. Chiunque sia dietro a questa
organizzazione lo sa, e di fatto interpreta nella maniera più orrenda e
cinematografica il paesaggio della punizione Divina. Lo fa con un linguaggio
che noi possiamo comprendere e temere. Cerca di
spaventarci.
![]() |
La famosa foto dell'uomo che non fa il saluto nazista |
Le folle che tolgono la speranza
![]() |
Adunata nazista |
I simboli sono importanti perché possono togliere la
speranza, come sapevano bene i nazisti che nelle loro oceaniche adunate
facevano sventolare giganteschi vessilli e radunavano tutti in cerchio intorno
al capo, attaccati gli uni agli altri. E costringeva la gente ad un saluto
particolare che legasse tutti i presenti a quel destino come una promessa.
Sapevano, i nazisti, che il popolo tedesco non giura invano. Sapevano che
appartenere a qualcosa è importante. Questo è tanto vero che quel giorno in cui
una persona, per un motivo o per l'altro, non ha salutato in mezzo a tutta la
massa di braccia tese è passato alla storia. Anche quello era un simbolo, il
simbolo di un saluto mancato, tra la folla della schiacciante maggioranza. ![]() |
Una piazza di "Littoria" oggi Latina |
le piazze del regime
Lo sapevano gli architetti e gli ingegneri del regime che le
piazze dovevano essere ampie e dovevano costringere le persone a passare in
mezzo, senza rifugi ai lati, con i palazzi del governo che, immanenti,
sembravano vedere tutto. I simboli tolgono l'aria, annientano il pensiero, sono
capaci di cancellare o aumentare la paura in maniera esponenziale.Simboli di speranza
Ma danno anche speranza, e sono in grado di farci capire che
c'è qualcosa che va più in là di noi, per cui vale la pena combattere. Per
questo mi dispiaccio che si derida il "cane eroe", il pastore tedesco
ucciso nella sparatoria di St.Denis. Perché quel cane, anche se è "solo un
cane" è anche un simbolo. Le deviazioni
![]() |
Il cane Diesel |
![]() |
Il corpo imbalsamato di "Cher Amì" |
Cher Amì non è "solo un piccione"
Nell'ottobre del 1918, si decideva la sorte della 77esima
divisione (detta anche "la Divisione perduta") dell'esercito americano
impegnata nella battaglia delle Argonne, durante la prima guerra mondiale. Intrappolati dal semicerchio offensivo
dell'esercito tedesco, con alle spalle una insormontabile depressione rocciosa
e sotto il tiro di artiglieria degli stessi alleati che ignoravano la loro
posizione. Una situazione che poteva rappresentare solo la morte o la prigionia
per i soldati che la subivano. Cher Ami (caro amico in francese) era un
piccione portamessaggi femmina in dotazione all'esercito. I soldati del 77esimo
avevano già lanciato altri due sos ma entrambi i piccioni furono abbattuti.
Restava solo lei, Cher Ami. "Ci troviamo lungo la strada parallela alle
coordinate
276,4. La nostra stessa artiglieria sta effettuando uno sbarramento
proprio sopra di noi. Per l'amor di Dio, fermatevi” questo era il messaggio.
Cher Ami si alzò in volo tra il rombo delle bombe e il fischio dei proiettili
che cercavano di centrarlo. E dopo aver schivati numerosi colpi venne ferita al
petto, alla zampa e all’occhio. Nonostante le ferite, il piccione percorse le
25 miglia che la speravano dal quartier generale in soli 65 minuti. E il
comando sposto il tiro, permettendo a poco meno di duecento uomini di salvarsi
la vita. I medici militari fecero di tutto per salvare la vita all’animale e ci
riuscirono. E nonostante fosse “solo un piccione” l’esercito americano conferì
ugualmente la “croix de Guerre” per le dodici missioni concluse con successo e
il numero di vite e di informazioni che aveva salvato e trasportato. Morì tra il
cordoglio di tanti nel giugno del 1919 per le ferite riportate in battaglia che
l’avevano irrimediabilmente minata. Era solo un piccione, è vero. E non aveva
coscienza dell’importanza dei suoi gesti. Ma gli eroi, possono anche essere
incoscienti.I simboli sono ancora importanti
I simboli sono ancora importanti, anche per noi, se potete, non
derideteli. E se proprio non riuscite a farne a meno pensate se voi sareste
riusciti, con tutto il vostro sarcasmo e il vostro giudizio, a fare
altrettanto. L’umiltà vi dovrebbe risorgere, anche di fronte ad un gesto di
incosciente eroismo.
Nessun commento:
Posta un commento