venerdì 16 febbraio 2018

Lupi di destra, lupi di sinistra. Il tema caldo dei migranti e l'informazione (locale)


"Fumano crack sotto la finestra di casa vostra, droghe da sballo a profusione, il quartiere è ormai pronto alla rivolta"

Un'immagine vale più di mille parole giusto? Lo sanno bene quelli dell'arci noto alle pagine web cittadine sito di informazione locale Latina Press, per il quale anche lo scrivente ha avuto modo di collaborare (sempre a titolo amichevole) e che è decisamente, dal punto di vista dell'appeal sui social e sui giovani, uno dei meglio piazzati con i numeri. Al di là del valore dell'operato di questo sito in sé, discutiamo di un singolo articolo partendo da un'immagine pubblicata ieri. Il titolo lo vediamo tutti: "Choc a Latina, stranieri fumano crack di giorno davanti la scuola elementare Col di Lana". L'articolo sfida il lettore a leggere di più, senza dubbio. Ma poi ben poche prove, se non una foto di spalle di quattro ragazzi (almeno così pare) che sono da ritenersi stranieri solo perché lo dice l'articolo (per altro non firmato), e il "crack" e le altre droghe da sballo si dovrebbero evincere dalle "testimonianze" di alcuni cittadini, naturalmente anonime anche queste. Ora, nulla esclude che questo fatto sia vero, è certamente verosimile, tutti hanno una storia simile da raccontare. Ma un conto dovrebbe essere riportare una notizia, un altro dovrebbe invece essere quello di riportare un malumore attraverso un'immagine che può dire tutto e niente e zero prove a sostegno che per primo i ragazzi siano effettivamente stranieri; secondo che stiano effettivamente drogandosi; terzo che il fumo che si vede emergere non provenga da una sigaretta elettronica anziché da una pipa di crack. Quali sono gli elementi presentati dal sito? Nessuno. Anzi, in un brevissimo articolo troviamo scritto: 
Choc a Latina: in una foto scattata da alcuni residenti, si vedono quattro giovani stranieri che fumano crack e altre droghe per lo sballo tranquillamente seduti su una panchina di un “parco”  (non è dato a sapersi per quale motivo la parola parco sia virgolettata, quasi il parco sia immaginario, ma andiamo avanti N.d.R) . Tutto questo di mattina, in via Grassi, davanti la scuola elementare Col di Lana, nel cuore del quartiere Nicolosi"
L'articolo prosegue con toni allarmanti annunciando che:
 Il quartiere sta esplodendo di rabbia, «troppo degrado, troppi sbandati e pochissimi controlli»
Sia chiaro, il quartiere in questione è effettivamente degradato ed effettivamente la popolazione è preoccupata, allora starà a voi giudicare se un articolo dai presupposti davvero claudicanti ma con contenuti di verosimiglianza sia oppure no corretta informazione. Molte persone hanno apprezzato, i numeri parlano chiaro. Centianaia di condivisioni, commenti furibondi e pochi che però forse si sono posti la domanda giusta:
"Ma come fa il pubblico di LatinaPress a spaere che quello che sta vedendo vero?" 
Forse ormai, non importa più di tanto. Per quanto ne sappiamo le droghe presenti in questa foto potrebbero essere pure peggiori di quelle descritte, come pure potrebbe essere semplicemente uno che fuma la sigaretta elettronica.

L'Italiano immaginario: il caso del bengalese pestato per un presunto raid "razzista"

Certo, questo è un sito molto popolare e come tale avrebbe la responsabilità di essere credibile. Ma sappiamo come è fatta l'informazione del web, è fatta così "sono ragazzi" come dicevano tempo fa a Striscia la Notizia". A fare incetta di click sono bravi, a volte possono perdere il senso delle cose. 
Ma ecco che lo scorso martedì notte accade un fatto che viene definito "allarmante". Un ragazzo di origini bengalesi di 23anni viene aggredito da un gruppo di persone che prima si qualificano come poliziotti e poi pestano e rapinano il giovane che stava rientrando in un centro di accoglienza per migranti gestito da una coop (la Astrolabio) a Borgo Santa Maria. Passa la notte all'ospedale e il giorno dopo, con i referti in mano, i responsabili della coop portano il ragazzo a denunciare il fatto. Il giorno dopo compare questo articolo sul serissimo sito di informazione: Articolo 21:

Marco Omizzolo
Credo che sia il caso di sottolineare la parola "italiani" usata quasi come aggravante del fatto. La professionalità di un giornalista, scrittore e autore anche di documentari del calibro di Marco Omizzolo non può certamente essere messa in discussione (non dalla mia modesta persona comunque). Ma una domanda sorge spontanea: 



Ma chi glielo ha detto a Omizzolo che gli aggressori erano italiani?

Nell'articolo si legge inoltre che: 

"Tornano i raid razzisti in provincia di Latina. Espressione della peggiore tradizione fascista, che proprio nel Pontino continua ad avere un diffuso appeal, questa volta e per l’ennesima volta a farne le spese è un migrante. Una banda di tre balordi italiani, fingendosi poliziotti, hanno fermato e simulato un controllo su documenti e permesso di soggiorno di un ragazzo bangladese, ospite di un centro Cas gestito dalla coop. Astrolabio". 

Una cosa contenente nell'articolo è certamente vera: questo fatto non poteva essere ignorato anche perché giorni prima c'era stato un aneddoto senz'altro grave: benzina cosparsa contro la porta di un centro per immigrati di Seromenta che aveva causato pochi danni e nessun ferito ma indubbiamente molta paura, oltre a qualcosa su cui riflettere per tutti quanti. Il fatto di questa rapina così come veniva riportata in questo articolo uscito il 15 di febbraio (lo stesso giorno in cui veniva presentata la denuncia, quando ancora nemmeno la polizia sapeva bene cosa fosse successo) dava per certa la matrice razziale con un certo allarmismo cogliendo anche dall'ottima memoria di un giornalista (più volte minacciato per il suo lavoro, questo va doverosamente ricordato) che ovviamente ripercorre una storia del territorio fatta sì di sfruttamenti dei migranti ma anche di violenze e raid punitivi a dire del giornalista assolutamente comuni in questo territorio. 


Anche il sindaco vede il "lupo"

Come non bastasse, anche il sindaco di Latina (che non è solito intervenire ad ogni rapina che si verifica nella sua città) conferisce ancora maggiore spessore al fatto "sicuramente razzista" con questa dichiarazione riportata sempre dal sito "Articolo 21": 


"La notizia dell’aggressione del ragazzo ospite del centro immigrati di Borgo Santa Maria è un fatto di grave intolleranza che mi sento di condannare a nome dell’Amministrazione e di tutta la comunità che rappresento. Un vile atto di violenza che sembra avere i contorni e la natura di un odioso episodio di razzismo. Per questo è necessario il massimo impegno da parte degli organi preposti per chiarire i fatti, per individuare e colpire i responsabili. Riflettano coloro che ogni giorno alimentano la fobia contro gli immigrati, si rendano conto di quale responsabilità si assume chi semina paura, chi rappresenta ogni migrante come un pericolo o un nemico e, così facendo alimenta un clima di intolleranza e di odio in cui può accadere ogni orrore (Damiano Coletta, sindaco di Latina) 

Ramanzine e allarmismi troppo precoci? 

Solo poche ore dopo, il 16 di febbraio (data in cui viene redatto questo blog), la Squadra Mobile di Latina congiuntamente con il dirigente della Digos Walter Dian indicono una conferenza stampa per spiegare come sono andati i fatti. Si racconta di un cittadino romeno con diversi precedenti analoghi a questo messo in stato di fermo perché riconosciuto dalle vittime. Dian aggiunge inoltre che:


 "Non è emerso nessun elemento di razzismo dietro questa vicenda. Si è trattato di un caso di normale criminalità"
(Waletr Dian, dirigente della Digos)

Nel caso non bastino queste parole, ecco un estratto video della conferenza stampa.

La favola di "al lupo al lupo"

Insomma, nemmeno in questo caso si può dire che chi ha riferito tempestivamente i fatti, istituzioni comprese, sapesse veramente cosa era successo. Non potevano, perché la denuncia quasi non era stata nemmeno presentata. Ma il quadro che era stato presentato era grave, potenzialmente esplosivo se si pensa ai fatti di Macerata. E allora, con le parole del dirigente della Digos, chiamato appositamente ad indagare su un fatto che stava destando allarme sociale, chi fa cronaca non può avere la certezza, ma quantomeno ha dei buoni elementi perché supportato da una persona di esperienza e capacità nel proprio mestiere. Se cercherete informazioni su questi fatti scoprire te che, in confronto a quanto affermato a "botta calda": 

  1. I rapinatori non erano 3 ma bensì 4, due dei quali a volto coperto
  2. Almeno il primo che è stato catturato è certamente romeno e se le accuse che sono state mosse contro di lui verranno confermate potrebbe essere il capo della banda
  3. Non possiamo sapere la nazionalità degli altri aggressori ma la polizia sospetta che si tratti di persone vicine all'arrestato. 
E allora, con tutto il rispetto che si deve ad un grande professionista come Omizzolo e ad una carica importante come il sindaco di Latina, che significato potrebbero avere le loro parole qualora si dovesse venire a sapere che nulla di quanto si credeva inizialmente certo è in realtà avvenuto? 

Può essere che in seguito la matrice razzista di queste aggressioni venga appurata da fatti successivi. Ma se così non fosse, il sospetto che sia a destra che a sinistra si urli troppo e quasi sempre troppo alla svelta dovrebbe iniziare a far riflettere i facili commentatori del web.



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