Giorgio De Marchis, ex consigliere comunale, ex capogruppo
Pd di Latina (prima di essere defenestrato e sostituito da Alessandro
Cozzolino), quasi consigliere regionale e responsabile della trasparenza dell’Ater,
commentando le notizie apparse sul “Il Giornale di Latina” che riguardavano
Paolo Galante ha lanciato una accusa precisa. Il sottoscritto (redattore dell’articolo)
sarebbe un “estorsore”. Più volte ho chiesto pubblicamente conto di questa
definizione al suddetto, sia su Facebook che privatamente. Ma non vi è stata
alcuna risposta. Ha detto De Marchis: “alcuni cronisti locali confezionano
falsi scoop, buoni solo per provare a ricattare qualcuno” e poi ancora : “I
dossier casarecci, i maldestri tentativi di estorsione”. Ha poi spiegato –
rispondendo ad altri, fatto curioso questo – la sua cosiddetta opinione in
questo modo: “trovo inquietante che imbocchi nelle proprietà private
sventolando dossier preconfezionati costruiti per insinuare, se questi non sono
ricatti poco ci manca. Quando un giornalista ha i ‘dossier’ che provano
qualcosa, scrive assumendosene la responsabilità, non sventola le sue ‘prove’
davanti al suo interlocutore a meno che non voglia intimorirlo”. Una bella
sequela di sciocchezze, visto che il sottoscritto non ha sventolato niente, e
si è presentato dall'interessato per avere una sua versione dei fatti da poter
inserire nell’articolo affinché non si potesse dire che la sua versione era
stata omessa. Galante ha declinato l’invito, libero di farlo, invitandoci a
scrivere e che avrebbe poi risposto lui in un secondo momento. Questi politici –
Claudio Moscardelli per primo – che si dimenticano che loro fanno un mestiere e
c’è chi ne fa un altro sono un po’ curiosi, ed ogni volta che si scrive di
loro, la prima cosa che fanno è accusare l’estensore dell’articolo di vicinanza
con la parte avversa e poi parte la lezioncina di giornalismo. Aprano una bella
scuola con De Marchis rettore e vediamo cosa ne esce fuori, visti i toni con i quali
lui apostrofa gli altri. Ma cosa sarebbe successo se le parti fossero state
invertite? Perché se il sottoscritto avesse per caso detto che qualche politico
locale sta compiendo un “goffo tentativo di estorsione” vorrei proprio vedere
di cosa staremmo parlando oggi. Oggi il sottoscritto sarebbe stato –
giustamente credo io – interdetto dalla propria collaborazione giornalistica, e
avrebbe dovuto cambiare lavoro. Cosa fa il Pd in questo caso? Si mette a
discutere se Galante è di destra oppure no. I fatti sono questi, si scrive un
articolo, documenti alla mano e un ex consigliere comunale anziché rispondere
sul fatto parla di “estorsioni”. Se al Pd di Latina piace così, allora andiamo
avanti.E dire che proprio De Marchis, dovrebbe avere a cuore la trasparenza. Mi sento, personalmente, di augurare buona fortuna al candidato Paolo Galante...con dei compagni di viaggio così, ne avrà davvero bisogno.
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