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Moscardelli in versione Re Sole in una vignetta de "Il Giornale di Latina" |
Che il partito democratico sia diviso in due ormai lo sanno
tutti. Da una parte i moscardelliani e dall'altra quelli che stanno con Forte,
questo suona lampante a chi ha osservato il Pd pontino anche solo marginalmente
negli ultimi due anni. Più sfumato
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Enrico Forte |
è il rapporto di forza tra i due
contendenti che, in realtà, fino a poco tempo fa, si vedevano molto più da
lontano di così. Infatti, non molto tempo fa, Claudio Moscardelli imperversava
come un "Re Sole" e tutto ciò su cui ricadeva il suo sguardo, nel Pd
di Latina era un gruppo di persone quasi tutte sue alleate. Ma ora le cose
stanno decisamente cambiando e i rapporti di forza, molto lentamente, si stanno
assottigliando. Se prima Enrico Forte si muoveva con piccole "azioni da
guerriglia" quasi occultate, oggi comincia a far vedere il luccicare dei
cannoni e a far sentire il tamburo di qualche armata (tutte puramente
ipotetiche, perché qui si parla solo di esponenti politici e non di voti).
Moscardelli dal principio, non sembrava preoccupato, ma ora un po' di magone
sarebbe giustificato a sentirlo. Uno sgambetto alla volta, aiutato un po' dalla
fortuna e un po' dalla voglia di rivalsa di alcuni, Enrico Forte ha guadagnato
campo. Il segreto del successo tutto interno di Forte si può forse leggere con
la sua maggiore vicinanza al territorio che gli deriva dal suo incarico di
consigliere regionale. Pochi giorni fa, per esempio, mentre Enrico Forte
scriveva la sua dichiarazione d'intenti che di fatto è una discesa in campo per
la candidatura a sindaco, Moscardelli partecipava ad un convegno romano dal
nome molto significativo: "Roma protagonista". Il senatore, infatti,
per il suo ruolo deve impegnarsi su tematiche nazionali, è affaccendato con la
commissione antimafia, che porta molti grattacapi, come grattacapi gli sono
arrivati dai ruoli correlati alla sua attività, si veda tanto per citarne una,
la controversa decisione sull'autorizzazione a procedere nei confronti di
Calderoli per la vicenda degli insulti al ministro Kyenge.
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Enrico Forte e Moscardelli |
Senza contare che,
come risvolto locale del suo periodo come consigliere regionale a Moscardelli è
rimasta solo l'indagine della Procura di Rieti sullo scandalo rimborsopoli.
Tutte cose che logorano, specie in ambito locale. Senza contare che
Moscardelli, alle ultime elezioni, nonostante le bocche da fuoco del Pd
nazionale si siano date da fare, non è riuscito proprio ad incidere e alla fine
un avversario poco convinto (che poi si è anche rivelato poco convincente come
Di Giorgi) ha vinto a mani basse. Invece Enrico Forte va a braccetto con Civita
su molti temi - con alcuni distinguo, a dire il vero - per le questioni
ambientali è ben introdotto in Regione Lazio ed ha una capacità di presa sul
territorio che Moscardelli al momento non si sogna nemmeno. Basti pensare
all'ultimo scontro tra i due, per il caso del Consorzio Industriale Roma
Latina, dove la parte moscardelliana voleva far ascendere Pina Giovannoli
mentre dalla Regione si pretendeva un presidente romano. Alla fine ha prevalso
la Regione e fautore dell'operazione è stato Enrico Forte, con grande mestizia
- per non dire rosicata - di Moscardelli su Facebook. Ora per il Senatore,
tocca pure aspettare per vedere se ci sarà un effettivo travaso di consensi da
parte degli esponenti del partito verso Forte, e molti sembrano già passati dall'altra
parte. Ormai, per Moscardelli, è difficile trattare al tavolo degli accordi,
mentre per Enrico Forte sembra solo questione di tempo. Efficace la sua mossa
di fare una proposta d'intenti per il Pd proprio nel periodo della festa
democratica, dove in molti si raduneranno, parleranno tra loro, e chi lo sa,
magari cambieranno idea e lasceranno il senatore sempre più solo con il suo
ruolo nazionale. E' in queste situazioni, però, che si vede la tempra di un
leader. In ambito comunale, Forte ha il doppio vantaggio di essere consigliere
regionale ed essere il candidato di se stesso, cosa che lo spinge a creare una
visione che si suppone, dovrà essere entusiasmante. Moscardelli per ora ha
risposto con Damiani, che quando si è presentato con una lista civica in
appoggio a Moscardelli, nel 2011, è finito secondo. Per inciso, il primo di
quella lista era Maurizio Patarini. Questo ci lascia la misura di quanto sarà
dura per Moscardelli fare di Damiani la sua carta vincente. A meno che,
qualcuno dei suoi, non riesca a convincerlo con le buone o con le cattive
(minacciando di andarsene per esempio) a desistere dal suo progetto civico, e
assegnare il compito di battere Forte ad un politico. Sono in pochi, però, ad
avere questa capacità di voto. Il tramonto, comunque, sarebbe forse solo
rimandato. Anche se una cosa bisogna pur osservarla. Anche all’inizio di
quest’anno si diceva che Moscardelli era in declino ma è ancora al suo posto. E
quanta possibilità avrà Forte di essere eletto di nuovo consigliere regionale se
perde le primarie? In gioco, per entrambi, c’è sempre di più.
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De Marchis e Sarubbo alla "Festa Democratica" |
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