Domanda facile per tutti: di chi è il Lago di Paola?
Lo
avevamo detto che era è facile, la sanno tutti. Il Lago di Paola è della
famiglia Scalfati, ottenuto in un primo momento in una regolare asta pubblica
e poi nel 1888 è stato acquistato da un avo degli Scalfati. “A partire dal
secondo dopo guerra- come si legge nel sito “Proprietà Scalfati”- sessant’anni
di contenziosi hanno confermato la sua natura privata, escludendo
l’appartenenza del Lago di Paola al demanio idrico”. Sarebbe stata proprio
questa circostanza, secondo la famiglia “a salvaguardare il lago nel suo stato
naturale, anche da interessi non sempre limpidi, finalizzati alla realizzazione
di un porto”. Questa è la storia, così come la conoscono tutti. Quindi
rispondere alla domanda sembra facile.
Di chi è il Lago di Paola?
In tempi più
recenti, diversi scontri, anche molto pesanti, si sono susseguiti tra la
famiglia e alcune amministrazioni, in particolare quella del Comune di
Sabaudia. Oggi si parla di “tavolo di discussione”. Il sindaco Lucci, in una
nota pubblica richiedeva “la definizione di un tavolo
tecnico utile a pervenire ad un quadro esaustivo ed univoco circa la natura
giuridica del bene lago (pubblica/privata)”.
In pratica, chi li deve pagare i
conti del Lago di Paola?
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Il sindaco di Sabaudia Lucci |
Insomma, la risposta alla nostra prima domanda è
facile, ma altre domande s’affollano. Anche il Pd ha emesso una nota sulla
vicenda, attraverso Pietro Piroli che prima, e non senza ragioni, fa notare le
contraddizioni tra il Lucci guerreggiante di un tempo con quello più
ragionevole e preoccupato per le spese di oggi. Ma poi Piroli prosegue dicendo
“il sindaco deve avere il coraggio di portare in Regione la richiesta, meglio
se unanime, del consiglio comunale di includere il lago nel registro delle acque
pubbliche”. Meglio interrompere un
attimo qui l’esponente Pd, spiegando che il registro delle acque pubbliche non
esiste più. La legge che lo prevedeva è stata modificata dalla legge Galli nel
1994 e da successive modifiche allo stesso regolamento. In questa legge si
prevede, pacificamente, che “tutte le acque superficiali e sotterranee sono
pubbliche e appartengono al demanio dello Stato”. Poi Piroli, che già si è
confuso, parla di un “non meglio precisato diritto di prelazione della famiglia
Scalfati” e qui lo abbandoniamo, lo saprà lui dove vuole arrivare.
Ma vediamo
che la vicenda si complica ulteriormente. “Avevo
ragione io quando dicevo che le spese dovevano essere a carico del
proprietario” tuona il consigliere del Ncd Piero Giuliani, ricordandoci che
l’acqua del lago verrebbe ossigenata con una pompa (quella di Caterattino) che
sarebbe pagata dal Comune e quindi, da tutti i cittadini. “E’ ora che il Sig.
Bazuro, rivendicando la proprietà del Lago, si assuma anche gli oneri e la
responsabilità dei danni arrecati ai cittadini” ha dichiarato in passato
l’agguerrito consigliere di Ncd. La proprietà del Lago ha risposto, dicendo che
sono disposti a partecipare alle spese di gestione e si dicono disposti a
mettere un loro ciclo di pompaggio a proprie spese. La vicenda, quindi, diventa sempre più complessa ma la domanda è
ancora semplice:
Di chi è il lago di Paola?
Spesso ci vengono in aiuto le
leggende popolari e nella zona ce n’è una particolarmente cara alla
popolazione: quella della Madonna della Sorresca. La leggenda vuole che dei
pescatori- a volte sono di Terracina, altri invece dicono che fossero di S.
Felice e su questo è basato un secolare contenzioso- molto tempo fa andarono nel lago di Paola a
pescare e con le loro reti tirarono su una figura lignea, ovvero una statua
della Madonna intagliata nel legno con un Gesù bambino sulle ginocchia
“Sbalorditi e commossi, pensarono di portare la sacra Immagine, rosicchiata in
parte dai tarli marini, in una chiesa e scelsero quella di S. Paolo, ai piedi
del promontorio del Circeo, lambita dal canale che collega il lago al mare”
così racconta il sito ufficiale dedicato al santuario della Sorresca. Il giorno
dopo i pescatori volevano ammirare la statua ma quella era sparita e delusi
tornarono a pescare. Quale fu il loro stupore nel ritrovare la statua su un
albero nel punto esatto in cui oggi sorge il suo santuario possiamo
immaginarlo, nella logica della leggenda. La Madonna, aveva scelto il suo posto
sulla riva del Lago di Paola.
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Santuario "Madonna della Sorresca" |
Della bella leggenda abbiamo un dato certamente
vero: nel lago si è sempre pescato. Il pesce c’era prima dell’antico santuario
della venerata Madonna. Questo è importante perché nella prima sentenza della
Corte di Cassazione del 27 febbraio del 1958, Alfredo Scalfati che perorava la
causa della sua famiglia, aveva dimostrato che il pesce che stava nel lago
all’epoca “non era un prodotto delle acque sibbene quello di una vera e propria
industria con pratiche ed attrezzature speciali”. Insomma, il pesce che sta
dentro il lago dovrebbe essere suo. Abbiamo visto però che, a quanto pare,
perfino le leggende secolari affermerebbero la presenza del pesce nel lago. Ai
tempi della sentenza, c’erano 5 motivi per cui un bene privato come un lago
potesse essere iscritto d’ufficio nel registro delle acque pubbliche: Il fatto
che l’acqua fosse potabile (ma il lago è salato), l’uso agricolo (ma non è così
per lo stesso motivo, l’acqua salata), l’uso idroelettrico (ma l’acqua è ferma)
e la costruzione di un porto sul quale il lago è tutelato. Il quinto motivo è
“la pesca”. Se il pesce c’è ed è naturale, allora è un bene di tutti e tutti
possono pescarlo. Il pesce nel lago pare ci sia da un bel po’ prima dell’inizio
della polemica quotidiana e, a quanto pare, ci sarà ancora per molto.
La
risposta alla nostra domanda iniziale rimane sempre la stessa, il Lago di Paola
è, per legge, della famiglia Scalfati. Eppure, pur con questa premessa un motto
ingenuo ci spinge a farci comunque la domanda: se l’acqua è ossigenata con una
pompa che è di tutti, e molti dei costi della manutenzione li paga la comunità
quindi li pagano tutti e il pesce stesso, presente nel lago sarebbe un bene di
tutti, allora viene spontaneo farsi sempre la stessa domanda:
Di chi è il Lago di Paola?