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Il possibile candidato del Pd Paolo Galante |
Paolo Galante, classe 1959, è
sposato ed ha tre figli. Il periodo caldo del suo curriculum si snoda a cavallo
tra gli anni ottanta la prima metà degli anni duemila. Anni in cui viaggia
molto, chiude contratti ad alto livello, seguendo l’estro creativo del fratello
Maurizio Galante, stilista di discretissimo successo internazionale che infatti
si affaccia negli Stati Uniti e in Asia, soprattutto nell’ambitissimo mercato
giapponese. In quegli stessi anni sarà consulente per l’Enea, cede le proprie
quote della società di alta moda ad una agenzia di trading giapponese e so riconverte come imprenditore nel settore alberghiero. Nel
2004, infatti, compie il suo capolavoro imprenditoriale o almeno, per il quale è noto ai
più nel territorio pontino, ovvero la trasformazione di una stazione di posta
del 1700 in un resort a quattro stelle con eliporto, spa e piscina: il
notissimo “Foro Appio”, con due ristoranti e 89 posti letto. In seguito viene nominato
nel consiglio di amministrazione di “ItalyHotels” nel 2009, presidente di
Federalberghi nel 2010 e consigliere Confcommercio nel 2013. Da marzo di quest'anno è anche presidente di Ascom Confcommercio, nel
posto che, storicamente, aveva occupato per molto tempo Italo Di Cocco.
L’ultima “chiamata” però, appare molto importante, anche se più di una nomina
appare una folgorazione nello stile del santo – e forse non a caso Galante di
nome fa Paolo – perché a giudicare da fuori, quella di Galante è una vera
conversione, seppure con tempi molto più lunghi di quelli dovuto ad un lampo
divino. Fin da giovane, Galante era capace di
difendere le sue idee politiche in maniera piuttosto energica, tanto da
apparire schierato su posizioni extraparlamentari perfino avendo in simpatia
l’Msi e la destra sociale. Ma quando entra in un partito, Galante lo fa con
serietà, dedizione e moderazione. Alcuni suoi “compagni” di An lo descrivono
come uno dal carattere apparentemente spigoloso, litigioso, a tratti difficile.
“Ma dietro quella ruvidità d’animo c’è una persona molto sensibile e
disponibile”, come dice chi militava con lui in An. Perché di Alleanza
Nazione, Galante è stato un vero e proprio quadro, almeno a giudicare
da quello che ci racconta Giuseppe Mochi, che di An è stato coordinatore
provinciale e che ha avuto modo di collaborare con Galante – anche se nessuno
riesce a mettersi d’accordo se la sua delega in segreteria riguardasse
l’economia, e Galante si è laureato in Economia e Commercio negli anni 80,
oppure nel turismo, che è il suo attuale settore di competenza – trovandolo una
persona “molto partecipativa nelle riunioni di partito. Non uno fissato con la
politica – ammette Mochi – ma nemmeno uno sprovveduto, anzi”. Comunque, Galante
in politica a livello elettivo non sembra essere mai entrato, mentre ha intrecciato
buoni rapporti sia con la destra che con la sinistra, anche perché al “Foro
Appio” si sono tenute importanti riunioni politiche di tutti i partiti, tra
Udc, Forza Italia, An o Partito democratico. Insomma, un foro ecumenico per Galante che sembra piacere a destra, capace di riunire la simpatia di coloro che
ne hanno accompagnato ai suoi tempi la sorte. E si parla dei vari Zaccheo, De
Monaco, Calandrini e tutti gli altri che, insieme a lui, seppure marginalmente,
hanno condiviso un tratto di strada. Ma ora Galante entra dalla porta principale,
ad un passo dalla politica che conta, pronto a contendersi niente di meno che
un posto da sindaco. E lo fa dall'altra parte della barricata, folgorato sulla
via che conduce a Moscardelli, ammiccando all'amico Enrico Forte e dimostrando
che non è mai troppo tardi per passare da destra a sinistra. Del resto, la
folgorazione, quando arriva arriva.
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