martedì 16 giugno 2015

Non fu mafia? Ma adesso non parlateci del "traffico"...

Una manifestazione di solidarietà subito dopo l'omicidio del blogger Mario Piccolino (a destra)
Si parla, proprio in queste ore dell'omicidio Piccolino. C'è una svolta nelle indagini che condurrebbe ad un imprenditore che nel 2003, aveva una causa civile riguardante un immobile (una grotta a dire il vero) e l'avvocato Piccolino era dall'altra parte. Con il caratterino che gli si attribuisce, di certo avere come avversario Piccolino in qualsiasi contesto non deve essere stato facile. In questo caso, comunque, pare che oltre al processo ci fu uno strascico personale, che si sarebbe riverberato fino ai giorni nostri, tanto che questo imprenditore avrebbe sparato un colpo in testa all'avvocato tanto odiato, sebbene quest'ultimo, come ultimo gesto, pare abbia urlato di non conoscere il suo carnefice. Ma questi, ovviamente, sono particolari delicati, che è bene siano presi al vaglio dagli ottimi inquirenti che stanno svolgendo le indagini e sono arrivati ad arrestare l'imprenditore come possibile autore dell'omicidio. E questo riguarda la Procura, riguarda gli inquirenti che evidentemente, non è vero che brancolava nel buio, come pure alcuni scrivevano dicendo "di quell'uomo non si sa nulla, ma proprio nulla". Evidentemente qualcosa si sapeva ed era bene che restasse riservata. Si sta però consumando una farsa bella e buona, tra coloro che tra le tante possibilità in campo non escludevano a priori il contesto camorristico e quegli altri che, per vari motivi (per antipatia verso Piccolino e pare non fosse del tutto ingiustificata, oppure per una certa "conoscenza" del territorio che gli permetteva di riconoscere il "metodo" della mafiosità locale in quanto evidentemente non gli è del tutto estraneo, oppure per una legittima ostilità verso le tesi di mafiosità in generale) escludevano assolutamente che c'entrasse la camorra, già molti giorni prima che si arrivasse a questa svolta. Questo era un fatto soprattutto della rete, perché nemmeno i più apertamente critici tra i cronisti locali si spingevano a tanto. Proprio nel post precedente ci si trovava a criticare l'opinione di uno storico giornalista pontino come Panigutti. Lui in effetti ha puntato sulla prudenza asserendo (ed era pur vero in parte) che c'erano alcuni che troppo in fretta urlavano al delitto di camorra. La contestazione era che, nonostante tutto, il suo ragionamento sembrava non tenere conto del contesto e, ovviamente, commetteva lo stesso errore che imputava ai frettolosi di una parte affrettandosi a dire che la camorra non c'entrava senza elementi obbiettivi. Ma il "contesto" è la chiave di tutto, e il solo motivo per il quale si parla di un fatto di cronaca nei termini appassionati che sono stati spesi per il delitto Piccolino. Nemmeno al più critico, infatti, potrà sfuggire che laddove un omicidio come quello di Piccolino fosse avvenuto a Rovigo, piuttosto che in Val d'Aosta, la reazione sarebbe stata un tantinello diversa. Su Facebook, già in queste ore, ci sono spiritosoni che arrivano ad asserire che coloro che hanno parlato di camorra, si devono vergognare "perché hanno danneggiato Formia". Addirittura c'è chi asserisce che il fatto di non aver escluso la pista camorristica in questo giallo, ha condotto ad un danno "turistico". Lo vadano a dire agli inquirenti dell'antimafia che, per scrupolo e dovere, hanno indagato nel caso. Il sud pontino, semmai viene danneggiato dalla camorra
, che ha dimostrato in più occasione di esserci, con interessi ben consolidati. Il fatto che l'omicidio di Mario Piccolino potrebbe essere scaturito in un contesto privato non solo era facilmente prevedibile agli "investigatori dell'ovvio", ma era pure auspicabile. Neppure Saviano, o le varie associazioni, che pure a volte si precipitano un po' troppo sui fatti, ha mai detto che si tratta "certamente di mafia". Ma come è stato fatto da altri, ha invitato alla prudenza e alla vigilanza, dicendo cose che come sempre sono risapute da tutti, facendo nomi e cognomi dei precedenti di violenza e criminalità del sud pontino. Speriamo che al più presto venga fatta chiarezza sul caso del blogger Piccolino e la famiglia possa trovare in questo un minimo di serenità. Ma non si abbandoni quel momento di paura che tutti hanno provato nel sapere di quel fatto in quel particolare contesto. Perché, come nel famoso film di Jhonny Stecchino, non salti fuori che è il "traffico" il solo ed unico problema da risolvere nel sud pontino.

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