giovedì 17 dicembre 2015

Ninfa, il paradiso minacciato dalle cave?

   


Certo a ben guardare
si comprende come mai
è tutto così molle
silente
come sia delicato
e implume
lingua di bambino
contro il tuono
a ben guardare
ti aspetti un sussulto
vortice che
mulini idee
e le espande
ben oltre la mente
un nulla
tranne lo scorrere del fiume
("Lungo il fiume Ninfa", Sergio Ban)



Campionamento a San Puto
http://geologilazio.it/ordine/000762/
Il-Prof-Paolo-Bono-e-venuto-a-mancare
Il professor Paolo Bono, è stato uno stimatissimo scienziato scomparso pochi anni fa che ha dedicato una vita allo studio sugli assetti idrogeologici dei nostri suoli ed ha lavorato in tutto il mondo. Apprezzato e molto ascoltato in Regione, il professor Bono ha contribuito a stilare tutte le più aggiornate mappature utilizzate dall’ente per decidere dove vanno posizionate le aree di vincolo idrogeologico, ovvero, dove è conveniente scavare e dove no. Perché c’è una forte correlazione tra cielo, terra e acqua nel nostro ecosistema e alla quantità di piogge che cadono ogni anno, vanno aggiunti i terreni su cui queste piogge cadono, dove vengono convogliate e che utilizzo naturale o artificiale se ne può fare. 

I flussi di falda visti dall'alto 

Ninfa è in pericolo? Lo dicono i numeri

I vincoli idrogeologici 
Secondo parte di questi studi, tutta l’acqua che drena tra la roccia dei Monti Lepini viene a confluire in un singolo punto o quasi. Là dove oggi sorge uno dei giardini naturali con stagni, ruscelli e vegetazione tra i più belli al mondo; il paradiso dei Giardini di Ninfa. Ma questa oasi naturale, questo ecosistema perfetto e meraviglioso è anche molto fragile, e tra un decennio potrebbe subire forti cambiamenti, se non sparire del tutto. Quello che si legge nei numeri e nei dati, nelle tracce scavate dall’acqua nelle maestose montagne è la storia della paziente opera della natura in tutta la sua complessità e in tutta la sua fragilità. Scavare buchi nelle montagne, non è senza conseguenze. 

L’acqua termale che viene dalle montagne


Per capire quanto potrebbe essere importante salvaguardare l’area dei Monti Lepini dobbiamo andare con la mente a circa venti chilometri a valle dai piedi del monte, là dove la terra sta per abbracciare l’immenso mare all’orizzonte. Siamo nei pressi di Fogliano, dove molti decenni fa, ormai, si prese definitiva consapevolezza di un fatto: la presenza dell’acqua termale. Tra i vari campionamenti effettuati agli albori dell’opera che poi non sarebbe mai partita (quella delle terme di Fogliano) si scoprì che nell’acqua sulfurea c’erano anche molti elementi che non pervenivano dal fondo della terra, ma dalle venature di roccia dei monti Lepini. Spinta dalla gravità, l’acqua attraversa la grande valle con
il suo fondale molle, argilloso ed impermeabile che ha generato, non a caso, la palude pontina. In questo suo percorso, dal basso, l’acqua fredda e purificata dei monti incontra quella calda e ricca di quelle proprietà naturali che l’hanno resa uno strumento di terapia in tutto il mondo. Quindi, l’acqua dei monti attraversa, come in un getto di pressione dovuto alla pendenza, tutto il sottosuolo per poi essere intercettabile a valle, ad un passo dal mare, sotto forma di acqua termale.
Modello (non in scala) del sistema tra Monti Lepini e Pianura pontina

Ai piedi dei monti si apre il paradiso di Ninfa


I Giardini di Ninfa 

Nel mezzo di questo percorso la palude; se si guarda dalle varie città dei Monti Lepini (da Cori per esempio) si rimane sbalorditi dal maestoso spettacolo generato dal poter abbracciare con lo sguardo tutta la valle pontina fino a dove l’occhio si perde. Questo perché la valle è letteralmente ai piedi di questa catena di monti rocciosi. E proprio all’imbocco di questa parete di roccia, sulle sue falde, sorge il giardino di Ninfa, da tutti riconosciuto come uno dei grandi monumenti naturali del nostro territorio. I dati fatti registrare dagli studi del professor Bono sono impressionanti. 

I numeri di un possibile disastro 

Ricostruzione dei siti più grandi presenti nell'area. In giallo quelli
pianificati o presenti nel Comune di Cori o limitrofi. In rosso gli altri siti attivi
Tra il 1928 e il 1980 le precipitazioni sono state di 948 mm mentre dall’81 al 2010 di 872mm. Questo dato di per sé ci dice che ha solo piovuto un po’ di meno, e non è grave, tanto che rappresenta una decrescita dell’8% del flusso di sorgente. Dal 1953 al 1976, però, il deflusso dell’acqua dai monti era di 2100 litri per secondo mentre è passato nei soli anni intercorsi tra il 1999 e il 2008 ad appena 1200 Litri/secondo, più di 900 litri/secondo persi di cui, solo il 18% è di origine naturale. Il resto è quello che si definisce un effetto “antropico”, vale a dire che lo abbiamo causato noi con attività note ed ignote. Appare lampante dalle carte della Regione, che le cave che si vogliono autorizzare siano in pieno vincolo idrogeologico, e questo è gravissimo, perché rischierebbero di compromettere il filtraggio dell’acqua che oggi affluisce alla falda contaminandola (ponendo fine alla vegetazione) e di abbassarne il livello in dispersione tanto da interromperne per sempre il flusso. I danni in termini di qualità delle acque a Ninfa, oltre che livello del flusso sono già ingenti e, da quel che dicono i geologi da noi consultati, anche irrimediabili. Tre cave in un prezioso e delicato fazzoletto di terra.
Tutto questo in un contesto dove piuttosto che bloccare l’attività estrattiva sembra si voglia aumentare. Non è un caso se l’acqua di montagna è più buona, ma è maggiormente filtrata nel suo viaggio verso la pianura dalle rocce stesse che la depurano. Forando la montagna si riduce drasticamente questa attività di filtro oltre a modificare pesantemente gli assetti idrogeologici.

E se il vero danno fosse la Eples?  

La cava della Eples vista da lontano
Le carte delle richieste di allargamenti della Eplse.
In verde, i vincoli idrogeologici dell'are
Se si guarda la cava in progetto nel comune di Cori, ci si renderà conto che, rispetto a quanto già scavato nella cava della Eples, e di quanto ancora si intende scavare nelle zone di allargamento, essa è minuscola. I numeri sono impressionanti, perché dalla cava della Picca Prefabbricati si potranno estrarre 400 mila metri cubi di materiale in dieci anni. La Eples potrà fare almeno dieci volte tanto. Allargandosi a dismisura in un sito che è già una immensa spaccatura nella montagna, visibile da chilometri di distanza, facendosi strada tra zone abboscate e andando ad abbracciare l’altra cava a soli trecento metri di distanza in linea d’aria e a soli due chilometri dalla Cava di Colle Medico a Rocca Massima. Il tutto ad un chilometro scarso dal centro di Cori, due chilometri dal monumento naturale di Giulianello e quello di Ninfa. Tre cave in uno spazio ristretto, delicato e prezioso. Non c’è abbastanza interesse sovracomunale per fare di quest’area un parco naturale protetto? Ne sa qualcosa Acqualatina che, su Ninfa, ha fatto uno degli stabilimenti di pompaggio più grandi della Regione che redistribuisce acqua a mezza provincia. La il Regio Decreto del ‘27, probabilmente, non aveva disposto vincoli idrogeologici a caso in queste montagne, e non per niente il professor Paolo Bono aveva passato anni a studiarlo e capirne le più intime dinamiche. 
Il rischio concreto di perdere uno (o più) dei nostri santuari naturali, di rimetterci in termini di salute e benessere, potrebbe esserci davvero. 

4 commenti:

  1. Cosa si può fare per evitare il disastro?

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    Risposte
    1. Evitare attività estrattive intense potrebbe essere un buon inizio

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    2. Partecipare alla vita politica del proprio territorio e mandare a governare amministrazioni sugli stessi territori, da persone oneste, coerenti, libere da lobby private esterne e trasparenti con i propri concittadini. E augurarsi che i mass media siano altrettanto liberi di dire la verità e fuori da ogni abuso di potere sia politico che direttivo... in modo da avere sempre la situazione sottocontrollo documentata da professionisti!

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    3. Partecipare alla vita politica del proprio territorio e mandare a governare amministrazioni sugli stessi territori, da persone oneste, coerenti, libere da lobby private esterne e trasparenti con i propri concittadini. E augurarsi che i mass media siano altrettanto liberi di dire la verità e fuori da ogni abuso di potere sia politico che direttivo... in modo da avere sempre la situazione sottocontrollo documentata da professionisti!

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