lunedì 4 gennaio 2016

Problemi di Isis? Ci pensano i Forconi!




C’è un’immagine evocativa e particolarmente eloquente alla base della storia che vi stiamo per raccontare. 

Si vede un uomo con oscuri occhiali da Terminator che invece di brandire un fucile a pompa come il personaggio cult della pellicola, brandisce con aria fredda e intimidatoria un forcone, proprio uno di quelli che si usano per il fieno. Sta fermo immobile eppure sembra pronto all’attacco in difesa del patrio suolo. Dall’altra parte della telecamera, idealmente c’è, come insidia da estirpare letteralmente a colpi di forconi niente di meno che l’Isis. Provate ad immaginare la faccia dello sceicco nero del Daesh che, nei suoi piani di conquista del globo, si dovesse trovare come solenne ostacolo questo determinato signore armato di forcone e dallo sguardo velato da oscure lenti. Appare come una immagine incredibile, eppure è proprio questa l’evocazione creata dal “Movimento 9 Dicembre” per il suo ultimo capolavoro di propaganda e di comicità involontaria. Prima partono le inquietanti immagini delle stragi terroristiche di questi ultimi tempi, le esplosioni, i colpi di mitra. E poi, una sfilata di auto Toyota con a bordo la soldataglia in nero dell’Isis. Un montaggio che ispira inquietudine e soggezione. Ma non per gli eroici Forconi e per il loro leader indiscusso: Danilo Calvani. Parte l’immancabile musica da Piazza Rossa e, dopo il suono di un trattore che si accende sbuffando fumo nero dallo scarico, parte il discorso di Danilo Calvani:

Siamo italiani – afferma Calvani nel video, e come dimenticarlo – siamo quelli del 9 Dicembre Forconi. Volevo lanciare un messaggio a questo assassini dell’Isis. Non pensate di avere a che fare con i soliti politici traditori della nostra patria, corrotti, collusi che vi hanno ospitato e vi stanno nascondendo. Noi non metteremo a repentaglio la sicurezza delle nostre famiglie, come cita la nostra Costituzione, abbiamo il dovere di difendere la nostra Patria. Noi non stiamo scherzando – minaccia Calvani direttamente rivolto all’Isis – avrete a che fare con le nostre forze armate e con i cittadini italiani. Avrete a che fare con noi Forconi del 9 Dicembre. E adesso vi facciamo vedere cosa vi succederà se oserete fare quello che minacciate di fare nel nostro paese, attenzione noi, non scherziamo”.

 E a seguito di questo annuncio, uno dei personaggi che stavano sullo sfondo estrae una bandiera nera dell’Isis (di carta) e la stende su una griglia di ferro. Poi un paio di “forconi” cercano di dare fuoco al simbolo, senza troppo successo. Gli assestano anche dei simbolici colpi di forcone che si vanno a conficcare nella ringhiera, il tutto sempre con la solenne musica corale in sottofondo. Ma dopo un’azione lenta (per non dire statica) e un imbarazzante silenzio, finalmente si riesce ad ottenere un’immagine evocativa quando finalmente il vessillo è bruciato e trafitto dal forcone. E così si conclude una delle più allucinate fantasie di Danilo Calvani e dei Forconi tutti, che lancia un messaggio ringalluzzente per chi ci crede e oltre i confini del ridicolo per tutti gli altri. Del resto, si sa, a casa Calvani “non si fanno prigionieri” e probabilmente nello sterminio selettivo dei concetti e delle modalità da campagna elettorale è passato tra le vittime della rivoluzione che parte da Pontinia, anche il buon senso. Anche il buon gusto, del resto, resta tra gli eterni dispersi della guerra comunicativa dei movimenti populisti che scaldano i motori – e non solo dei trattori – delle loro macchine elettorali. 

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