sabato 11 luglio 2015

Il commissario Di Giorgi




Giovanni Di Giorgi, ex sindaco di Latina 
Proviamo a fare un gioco d’immaginazione: supponiamo che le cose dette e i provvedimenti presi dal commissario Barbato in merito alla Latina Ambiente li avesse potuti formulare l’ex sindaco Di Giorgi. Proviamo per esempio ad immaginare Di Giorgi che si rimette a fare tutti i conti della Latina Ambiente come se fosse una società che svolge in pieno il suo compito e non sia invece quella ditta che ha lasciato per anni l’immondizia per le strade, che insieme agli scienziati della politica ha fatto collassare il sistema di Isole Ecologiche, che è entrata numerose volte in rotta di collisione con le aziende alle quali ha affidato servizi (come la Poseidon) creando spaventosi buchi da centinaia di migliaia di euro e che non è riuscita negli anni a delegare nitidamente nemmeno il servizio di derattizzazione che è finito conteso tra due aziende fino al Consiglio di Stato, che costa alla collettività 150 mila euro, soldi spesi per poter ammirare i topi che scorrazzano per il centro di Latina. Una società che negli anni ha imboccato quasi tutte le vie contromano peggio di un turista su via del Lungomare. La società che tutti volevano chiudere a parole, con una politica che ha avuto 4 anni per elaborare il piano di chiusura e che invece non ha fatto nulla in assoluto. E provate ad immaginare il sindaco Di Giorgi che ricordava come “sarà la civica amministrazione a dover scegliere il modo corretto di gestire il servizio in futuro” che poi contraddice con gli atti una decisione presa dal consiglio comunale votato dai cittadini. Il tutto per evitare “svendite e speculazioni” quando naturalmente nessuno aveva intenzione di comprarsi la società o le sue quote ma bensì fare una società ex novo attraverso un regolare bando di gara. E da quando i bandi di gara europei sono delle “svendite?”. Provate a immaginare la faccia che avrebbero fatto quelli del  Pd leggendo un provvedimento che sembra ricopiato da un discorso di Massimo Giungarelli, presidente della società che parla di garantire i livelli occupazionali e di “salvaguardare il valore della partecipazione che la società ha investito in Ecoambiente. Del resto, basta ricordarsi che il Pd si è preso i fischi dei lavoratori della Latina Ambiente pur di chiudere la società “perché andava assolutamente chiusa questa storia”. Invece non è Di Giorgi, ma è il commissario a parlare e allora ben venga la “continuità amministrativa” di una società che secondo il suo stesso presidente avrebbe bisogno di 10 anni per rimettersi in piedi (altro che due) e che al suo interno non ha solo la raccolta rifiuti, ma ha il passato, il presente e il futuro di un sistema che parte dal cassonetto e arriva fino alla discarica. Una storia che ha nomi importanti come protagonisti in commedia, illustri rappresentanti della storia dei rifiuti la maggior parte dei quali riuniti nel maxi processo Cerronopoli come Bruno Landi che è stato amministratore – badate bene, contemporaneamente – sia della Latina Ambiente che della Ecoambiente, una delle due società della discarica monstre di Borgo Montello, due volte imputato a Latina e a Roma rispettivamente per inquinamento ambientale e per lo scandalo del sistema di potere Cerroniano come suo braccio destro. Tra Il socio privato della
Il commissario Barbato con il segretario generale dell'ente
Pasquale Russo
Latina Ambiente, Francesco Colucci o la schiera di società, S.r.l. da 10 mila euro, castelli di debiti e di crediti, interessi nel tira e molla dei rifiuti costellate di indagati, di segnalati e di imputati e che sono direttamente riconducili, secondo le testimonianze del processo in corso alle ditte di Cerroni. Per tacer del volume occupazionale della società, creato – come vuole la leggenda – a colpi di raccomandazioni. Questo è ciò a cui si sta dando continuità da quel che dicevano i dem e questo era il quadro che il Pd aveva presentato in consiglio comunale non molto tempo fa, quando c’era da far cadere il sindaco Di Giorgi. E se al posto di Barbato ci fosse ancora Di Giorgi, oggi il Pd sarebbe sceso in nome della lesa democrazia in piazza o quantomeno annuncerebbe sdegno e contrarietà. E invece tutti felici e contenti “In fondo è meglio così”. Era meglio dare ragione a Di Giorgi, allora, che in fondo chiedeva molto meno di un anno per la proroga. L’intervento di Barbato voleva essere Pilatesco e invece è stato interventista come e più di quanto avrebbe potuto sognare il sindaco Di Giorgi, contraddicendo il Consiglio Comunale, senza che i pomposi oratori di Pd o Forza Italia abbiano alzato un sopracciglio. Il gioco è finito e comincia la realtà.  Alla fine è passata la linea dell’ex Sindaco che doveva risolvere il problema e invece lo ha lasciato incancrenire fino all’ultimo perché evidentemente aveva altri piani. Il Pd viene battuto anche con l’avversario assente e invece di protestare o di battagliare sembra che vada in villeggiatura. Contenti loro. 

(Da "Il Giornale di Latina" del 10 luglio)

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