martedì 21 luglio 2015

Moscardelli, un "Re Sole" che cerca di non tramontare



Moscardelli in versione Re Sole in una vignetta de "Il Giornale di Latina"


 Che il partito democratico sia diviso in due ormai lo sanno tutti. Da una parte i moscardelliani e dall'altra quelli che stanno con Forte, questo suona lampante a chi ha osservato il Pd pontino anche solo marginalmente negli ultimi due anni. Più sfumato
Enrico Forte
è il rapporto di forza tra i due contendenti che, in realtà, fino a poco tempo fa, si vedevano molto più da lontano di così. Infatti, non molto tempo fa, Claudio Moscardelli imperversava come un "Re Sole" e tutto ciò su cui ricadeva il suo sguardo, nel Pd di Latina era un gruppo di persone quasi tutte sue alleate. Ma ora le cose stanno decisamente cambiando e i rapporti di forza, molto lentamente, si stanno assottigliando. Se prima Enrico Forte si muoveva con piccole "azioni da guerriglia" quasi occultate, oggi comincia a far vedere il luccicare dei cannoni e a far sentire il tamburo di qualche armata (tutte puramente ipotetiche, perché qui si parla solo di esponenti politici e non di voti). Moscardelli dal principio, non sembrava preoccupato, ma ora un po' di magone sarebbe giustificato a sentirlo. Uno sgambetto alla volta, aiutato un po' dalla fortuna e un po' dalla voglia di rivalsa di alcuni, Enrico Forte ha guadagnato campo. Il segreto del successo tutto interno di Forte si può forse leggere con la sua maggiore vicinanza al territorio che gli deriva dal suo incarico di consigliere regionale. Pochi giorni fa, per esempio, mentre Enrico Forte scriveva la sua dichiarazione d'intenti che di fatto è una discesa in campo per la candidatura a sindaco, Moscardelli partecipava ad un convegno romano dal nome molto significativo: "Roma protagonista". Il senatore, infatti, per il suo ruolo deve impegnarsi su tematiche nazionali, è affaccendato con la commissione antimafia, che porta molti grattacapi, come grattacapi gli sono arrivati dai ruoli correlati alla sua attività, si veda tanto per citarne una, la controversa decisione sull'autorizzazione a procedere nei confronti di Calderoli per la vicenda degli insulti al ministro Kyenge.
Enrico Forte e Moscardelli
Senza contare che, come risvolto locale del suo periodo come consigliere regionale a Moscardelli è rimasta solo l'indagine della Procura di Rieti sullo scandalo rimborsopoli. Tutte cose che logorano, specie in ambito locale. Senza contare che Moscardelli, alle ultime elezioni, nonostante le bocche da fuoco del Pd nazionale si siano date da fare, non è riuscito proprio ad incidere e alla fine un avversario poco convinto (che poi si è anche rivelato poco convincente come Di Giorgi) ha vinto a mani basse. Invece Enrico Forte va a braccetto con Civita su molti temi - con alcuni distinguo, a dire il vero - per le questioni ambientali è ben introdotto in Regione Lazio ed ha una capacità di presa sul territorio che Moscardelli al momento non si sogna nemmeno. Basti pensare all'ultimo scontro tra i due, per il caso del Consorzio Industriale Roma Latina, dove la parte moscardelliana voleva far ascendere Pina Giovannoli mentre dalla Regione si pretendeva un presidente romano. Alla fine ha prevalso la Regione e fautore dell'operazione è stato Enrico Forte, con grande mestizia - per non dire rosicata - di Moscardelli su Facebook. Ora per il Senatore, tocca pure aspettare per vedere se ci sarà un effettivo travaso di consensi da parte degli esponenti del partito verso Forte, e molti sembrano già passati dall'altra parte. Ormai, per Moscardelli, è difficile trattare al tavolo degli accordi, mentre per Enrico Forte sembra solo questione di tempo. Efficace la sua mossa di fare una proposta d'intenti per il Pd proprio nel periodo della festa democratica, dove in molti si raduneranno, parleranno tra loro, e chi lo sa, magari cambieranno idea e lasceranno il senatore sempre più solo con il suo ruolo nazionale. E' in queste situazioni, però, che si vede la tempra di un leader. In ambito comunale, Forte ha il doppio vantaggio di essere consigliere regionale ed essere il candidato di se stesso, cosa che lo spinge a creare una visione che si suppone, dovrà essere entusiasmante. Moscardelli per ora ha risposto con Damiani, che quando si è presentato con una lista civica in appoggio a Moscardelli, nel 2011, è finito secondo. Per inciso, il primo di quella lista era Maurizio Patarini. Questo ci lascia la misura di quanto sarà dura per Moscardelli fare di Damiani la sua carta vincente. A meno che, qualcuno dei suoi, non riesca a convincerlo con le buone o con le cattive (minacciando di andarsene per esempio) a desistere dal suo progetto civico, e assegnare il compito di battere Forte ad un politico. Sono in pochi, però, ad avere questa capacità di voto. Il tramonto, comunque, sarebbe forse solo rimandato. Anche se una cosa bisogna pur osservarla. Anche all’inizio di quest’anno si diceva che Moscardelli era in declino ma è ancora al suo posto. E quanta possibilità avrà Forte di essere eletto di nuovo consigliere regionale se perde le primarie? In gioco, per entrambi, c’è sempre di più.  
De Marchis e Sarubbo alla "Festa Democratica"

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