lunedì 10 agosto 2015

Il "risveglio" dei super-senatori antimafia e legalitari





Claudio Moscardelli (PD)
Si sono risvegliati a poche ore di distanza l’uno dall’altro. Sono i senatori pontini presenti in commissione anti-mafia  Claudio Fazzone e Claudio Moscardelli. I due “Claudi” hanno esternato in maniera dirompente in merito a due situazioni completamente diverse destando più di qualche perplessità ma anche convinti cori di approvazione. La questione più “rovente” viene messa sulla brace dal Claudio “di sinistra”, il senatore Moscardelli che qualche giorno fa tuonava sulla sua pagina di Facebook: “Il radicamento della criminalità organizzata a Latina è un elemento che condiziona l'economia, la politica e il tessuto sociale in generale. Occorre alzare il livello di attenzione – diceva Moscardelli - per sostenere un'azione di contrasto e di repressione capaci di dare il segno del cambiamento a Latina”. Una bordata pesante, presa molto sul serio dall’informazione locale. Ma sempre su Facebook, non sono pochi quelli che fanno notare che “il senatore lancia il sasso e nasconde la mano”. In effetti Moscardelli  rimane molto sul generico, e nella sua pagina di Facebook, tra le altre cose aggiunge anche: “Come nascono carriere fulminee? Chi ha introdotto certi personaggi in cambio di cosa? Troppo potenti e senza remore hanno agito indisturbati complici le rassicurazioni statistiche su Latina sempre prodotte nei tempi giusti”. Detta così sembra un indovinello di cui solo Moscardelli conosce la soluzione. Ma Moscardelli si schernisce se gli chiedono di fare i nomi: “per questo ci sono gli inquirenti, la mia è una proclamazione politica”. Il senatore del Pd, insomma, la mette sul dato politico e, di fatto, contribuisce a che questi potenti “innominabili” restino tali. Di certo, il Pd non vive un bel momento sotto il profilo dell’immagine, specialmente se rapportata alle questioni di legalità. Le rivelazioni di Buzzi su “Mafia-Capitale” stanno creando il panico nell’organigramma del Pd nel Lazio, mentre è notizia recente quella della controversa scelta di molti senatori del Pd (compreso Moscardelli) di votare contro gli arresti domiciliari del potente Azzolini (oggi in forza all’Ncd) che per più di un decennio ha fatto il bello e il cattivo tempo in commissione bilancio. Un ruolo delicato, che però per una certa parte del Pd, non sembra aumentare la responsabilità di un politico. Certo, dal caso Kyenge-Calderoli, Moscardelli ha avuto sempre problemi con le autorizzazioni a procedere mentre resta a galla l’inchiesta su “Rimborsopoli” che tanti grattacapi sta creando all’esponente dem. Questi elementi propri del senatore, uniti alla già citata vicenda di Mafia Capitale, potrebbe aver spinto Moscardelli a fare una dichiarazione forte e riconoscibile in senso legalitario, strategia coraggiosa e più che legittima alla fine dei conti. La reazione dell’opinione pubblica comunque è stata contrastante.

Claudio Fazzone (Forza Italia)

Più leggera – in un certo senso – la polemica sollevata dal senatore Claudio Fazzone, il potentissimo di Forza Italia in provincia di Latina. Uno dei volti più noti della polemica sul caso Fondi – del resto il senatore azzurro è fondano – Fazzone lanciava strali micidiali sulla Latina Ambiente sospettata, secondo Fazzone, di aver tenuto un profilo clientelare nelle sue politiche di assunzioni “Io credo – diceva Fazzone a “il Giornale di Latina” solo sabato scorso –che tra le prime cose da fare ci siano le verifiche su eventuali raccomandazioni fatte in azienda. Quanti sono i segnalati e da chi?”Certo, di partecipate Fazzone se ne intende, visto che Forza Italia ha un peso in diverse grandi aziende, come il Mof di Fondi o Acqualatina, sulla quale si sta consumando uno scontro interno al calor bianco fin dai tempi della caduta di Giovanni Di Giorgi. Del resto, proprio il senatore Fazzone fu oggetto di una polemica feroce del “Fatto Quotidiano” per via di alcune presunte lettere di raccomandazione che il Fatto Quotidiano pubblicò nel 2013. A dire il vero, era stato proprio Fazzone a sfidare la stampa a “recuperare le mie fantomatiche lettere di raccomandazione all’Asl”. Il Fatto puntualmente pubblico ben 11 lettere dalle quali si evincerebbe – secondo il quotidiano nazionale – che Fazzone non avrebbe segnalato solo la presenza di validissimi medici, ma anche infermieri, autisti ed una ditta tipografica che sarebbe stata perfetta per provvedere alla fornitura di hardware e stampanti per la Asl. Due casi distinti, è vero, da parte di due senatori che, maliziosamente, s’intende, sono stati spesso accostati negli ultimi mesi per aver “tramato” contro Di Giorgi per via di Acqualatina. L’accusa di complottismo era grossolana, questo è vero. Ma il risveglio dei due grandi “Claudi” della politica pontina ha creato controversie, come accade spesso con i grandi, questo è certo. Ma non tutte le perplessità, alla luce dei fatti, sembrano campate per aria. 

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