martedì 8 settembre 2015

Ma di chi è il Lago Di Paola? Della comunità o di un privato?



Domanda facile per tutti: di chi è il Lago di Paola?

Lo avevamo detto che era è facile, la sanno tutti. Il Lago di Paola è della famiglia Scalfati, ottenuto in un primo momento in una regolare asta pubblica e poi nel 1888 è stato acquistato da un avo degli Scalfati. “A partire dal secondo dopo guerra- come si legge nel sito “Proprietà Scalfati”- sessant’anni di contenziosi hanno confermato la sua natura privata, escludendo l’appartenenza del Lago di Paola al demanio idrico”. Sarebbe stata proprio questa circostanza, secondo la famiglia “a salvaguardare il lago nel suo stato naturale, anche da interessi non sempre limpidi, finalizzati alla realizzazione di un porto”. Questa è la storia, così come la conoscono tutti. Quindi rispondere alla domanda sembra facile. 


Di chi è il Lago di Paola? 

In tempi più recenti, diversi scontri, anche molto pesanti, si sono susseguiti tra la famiglia e alcune amministrazioni, in particolare quella del Comune di Sabaudia. Oggi si parla di “tavolo di discussione”. Il sindaco Lucci, in una nota pubblica richiedeva “la definizione di un tavolo tecnico utile a pervenire ad un quadro esaustivo ed univoco circa la natura giuridica del bene lago (pubblica/privata)”
In pratica, chi li deve pagare i conti del Lago di Paola? 

Il sindaco di Sabaudia Lucci
Insomma, la risposta alla nostra prima domanda è facile, ma altre domande s’affollano. Anche il Pd ha emesso una nota sulla vicenda, attraverso Pietro Piroli che prima, e non senza ragioni, fa notare le contraddizioni tra il Lucci guerreggiante di un tempo con quello più ragionevole e preoccupato per le spese di oggi. Ma poi Piroli prosegue dicendo “il sindaco deve avere il coraggio di portare in Regione la richiesta, meglio se unanime, del consiglio comunale di includere il lago nel registro delle acque pubbliche.  Meglio interrompere un attimo qui l’esponente Pd, spiegando che il registro delle acque pubbliche non esiste più. La legge che lo prevedeva è stata modificata dalla legge Galli nel 1994 e da successive modifiche allo stesso regolamento. In questa legge si prevede, pacificamente, che “tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e appartengono al demanio dello Stato”. Poi Piroli, che già si è confuso, parla di un “non meglio precisato diritto di prelazione della famiglia Scalfati” e qui lo abbandoniamo, lo saprà lui dove vuole arrivare. 
Ma vediamo che la vicenda si complica ulteriormente. “Avevo ragione io quando dicevo che le spese dovevano essere a carico del proprietario” tuona il consigliere del Ncd Piero Giuliani, ricordandoci che l’acqua del lago verrebbe ossigenata con una pompa (quella di Caterattino) che sarebbe pagata dal Comune e quindi, da tutti i cittadini. “E’ ora che il Sig. Bazuro, rivendicando la proprietà del Lago, si assuma anche gli oneri e la responsabilità dei danni arrecati ai cittadini” ha dichiarato in passato l’agguerrito consigliere di Ncd. La proprietà del Lago ha risposto, dicendo che sono disposti a partecipare alle spese di gestione e si dicono disposti a mettere un loro ciclo di pompaggio a proprie spese. La vicenda, quindi,  diventa sempre più complessa ma la domanda è ancora semplice: 

Di chi è il lago di Paola? 

Spesso ci vengono in aiuto le leggende popolari e nella zona ce n’è una particolarmente cara alla popolazione: quella della Madonna della Sorresca. La leggenda vuole che dei pescatori- a volte sono di Terracina, altri invece dicono che fossero di S. Felice e su questo è basato un secolare contenzioso-  molto tempo fa andarono nel lago di Paola a pescare e con le loro reti tirarono su una figura lignea, ovvero una statua della Madonna intagliata nel legno con un Gesù bambino sulle ginocchia “Sbalorditi e commossi, pensarono di portare la sacra Immagine, rosicchiata in parte dai tarli marini, in una chiesa e scelsero quella di S. Paolo, ai piedi del promontorio del Circeo, lambita dal canale che collega il lago al mare” così racconta il sito ufficiale dedicato al santuario della Sorresca. Il giorno dopo i pescatori volevano ammirare la statua ma quella era sparita e delusi tornarono a pescare. Quale fu il loro stupore nel ritrovare la statua su un albero nel punto esatto in cui oggi sorge il suo santuario possiamo immaginarlo, nella logica della leggenda. La Madonna, aveva scelto il suo posto sulla riva del Lago di Paola
Santuario "Madonna della Sorresca"
Della bella leggenda abbiamo un dato certamente vero: nel lago si è sempre pescato. Il pesce c’era prima dell’antico santuario della venerata Madonna. Questo è importante perché nella prima sentenza della Corte di Cassazione del 27 febbraio del 1958, Alfredo Scalfati che perorava la causa della sua famiglia, aveva dimostrato che il pesce che stava nel lago all’epoca “non era un prodotto delle acque sibbene quello di una vera e propria industria con pratiche ed attrezzature speciali”. Insomma, il pesce che sta dentro il lago dovrebbe essere suo. Abbiamo visto però che, a quanto pare, perfino le leggende secolari affermerebbero la presenza del pesce nel lago. Ai tempi della sentenza, c’erano 5 motivi per cui un bene privato come un lago potesse essere iscritto d’ufficio nel registro delle acque pubbliche: Il fatto che l’acqua fosse potabile (ma il lago è salato), l’uso agricolo (ma non è così per lo stesso motivo, l’acqua salata), l’uso idroelettrico (ma l’acqua è ferma) e la costruzione di un porto sul quale il lago è tutelato. Il quinto motivo è “la pesca”. Se il pesce c’è ed è naturale, allora è un bene di tutti e tutti possono pescarlo. Il pesce nel lago pare ci sia da un bel po’ prima dell’inizio della polemica quotidiana e, a quanto pare, ci sarà ancora per molto. 

La risposta alla nostra domanda iniziale rimane sempre la stessa, il Lago di Paola è, per legge, della famiglia Scalfati. Eppure, pur con questa premessa un motto ingenuo ci spinge a farci comunque la domanda: se l’acqua è ossigenata con una pompa che è di tutti, e molti dei costi della manutenzione li paga la comunità quindi li pagano tutti e il pesce stesso, presente nel lago sarebbe un bene di tutti, allora viene spontaneo farsi sempre la stessa domanda: 

Di chi è il Lago di Paola?

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