sabato 5 settembre 2015

Paolo Galante: un "compagno nero" per il Pd



Il possibile candidato del Pd Paolo Galante


Paolo Galante, classe 1959, è sposato ed ha tre figli. Il periodo caldo del suo curriculum si snoda a cavallo tra gli anni ottanta la prima metà degli anni duemila. Anni in cui viaggia molto, chiude contratti ad alto livello, seguendo l’estro creativo del fratello Maurizio Galante, stilista di discretissimo successo internazionale che infatti si affaccia negli Stati Uniti e in Asia, soprattutto nell’ambitissimo mercato giapponese. In quegli stessi anni sarà consulente per l’Enea, cede le proprie quote della società di alta moda ad una agenzia di trading giapponese e so riconverte come imprenditore nel settore alberghiero. Nel 2004, infatti, compie il suo capolavoro imprenditoriale o almeno, per il quale è noto ai più nel territorio pontino, ovvero la trasformazione di una stazione di posta del 1700 in un resort a quattro stelle con eliporto, spa e piscina: il notissimo “Foro Appio”, con due ristoranti e 89 posti letto. In seguito viene nominato nel consiglio di amministrazione di “ItalyHotels” nel 2009, presidente di Federalberghi nel 2010 e consigliere Confcommercio nel 2013. Da marzo di quest'anno è anche presidente di Ascom Confcommercio, nel posto che, storicamente, aveva occupato per molto tempo Italo Di Cocco. L’ultima “chiamata” però, appare molto importante, anche se più di una nomina appare una folgorazione nello stile del santo – e forse non a caso Galante di nome fa Paolo – perché a giudicare da fuori, quella di Galante è una vera conversione, seppure con tempi molto più lunghi di quelli dovuto ad un lampo divino. Fin da giovane, Galante era capace di difendere le sue idee politiche in maniera piuttosto energica, tanto da apparire schierato su posizioni extraparlamentari perfino avendo in simpatia l’Msi e la destra sociale. Ma quando entra in un partito, Galante lo fa con serietà, dedizione e moderazione. Alcuni suoi “compagni” di An lo descrivono come uno dal carattere apparentemente spigoloso, litigioso, a tratti difficile. “Ma dietro quella ruvidità d’animo c’è una persona molto sensibile e disponibile”, come dice chi militava con lui in An. Perché di Alleanza Nazione, Galante è stato un vero e proprio quadro, almeno a giudicare da quello che ci racconta Giuseppe Mochi, che di An è stato coordinatore provinciale e che ha avuto modo di collaborare con Galante – anche se nessuno riesce a mettersi d’accordo se la sua delega in segreteria riguardasse l’economia, e Galante si è laureato in Economia e Commercio negli anni 80, oppure nel turismo, che è il suo attuale settore di competenza – trovandolo una persona “molto partecipativa nelle riunioni di partito. Non uno fissato con la politica – ammette Mochi – ma nemmeno uno sprovveduto, anzi”. Comunque, Galante in politica a livello elettivo non sembra essere mai entrato, mentre ha intrecciato buoni rapporti sia con la destra che con la sinistra, anche perché al “Foro Appio” si sono tenute importanti riunioni politiche di tutti i partiti, tra Udc, Forza Italia, An o Partito democratico. Insomma, un foro ecumenico per Galante che sembra piacere a destra, capace di riunire la simpatia di coloro che ne hanno accompagnato ai suoi tempi la sorte. E si parla dei vari Zaccheo, De Monaco, Calandrini e tutti gli altri che, insieme a lui, seppure marginalmente, hanno condiviso un tratto di strada. Ma ora Galante entra dalla porta principale, ad un passo dalla politica che conta, pronto a contendersi niente di meno che un posto da sindaco. E lo fa dall'altra parte della barricata, folgorato sulla via che conduce a Moscardelli, ammiccando all'amico Enrico Forte e dimostrando che non è mai troppo tardi per passare da destra a sinistra. Del resto, la folgorazione, quando arriva arriva. 

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