domenica 29 novembre 2015

Renato Maffia Vs disattenta Barbara D'Urso



Un frame della trasmissione di Canale 5
A livello comunicativo, per Renato Maffia, la trasmissione “Pomeriggio 5” è stata una scivolata molto insidiosa. Il padre del piccolo Emilio Maffia, il bambino di madre filippina bloccato per un intoppo burocratico in quel lontano paese sta lottando da mesi per cercare di portare il bambino a Latina ma la battaglia è molto complicata, per motivi di burocrazia internazionale e più di qualche stranezza da parte dell’ambasciata italiana a Manila. Delle vicissitudini di salute (il bambino è nato cardiopatico) e burocratici del bimbo di quindici mesi abbiamo spesso parlato. Ma Emilio Maffia lo scorso lunedì è stato ospite della trasmissione di Barbara D’Urso “Pomeriggio 5”, dove si supponeva che avrebbero dovuto aiutarlo. L’inizio del collegamento non prometteva bene, in quanto la conduttrice (che si occupa di molti casi tutti i giorni) non sembrava assolutamente al corrente della difficile situazione, ma fin da subito la D’Urso si è concentrata in maniera quasi morbosa e difficilmente comprensibile su un dettaglio: all’inizio del collegamento, il padre “sorrideva”. Fatto questo apparso fin da subito intollerabile per la D’Urso che pure metteva in conto la possibilità che il Maffia fosse visibilmente emozionato nel dover parlare davanti a milioni di telespettatori. Quando inizia il collegamento si sente la troupe che avvisa Renato Maffia di essere in diretta, lui fa un
accenno ad un timido sorriso Barba D’Urso lo incalza: “Vedo che sorridi Renato, hai delle novità buone da raccontarci?”. Ma il Maffia non ha nessuna buona notizia, anzi, le notizie sono pessime. Il Comune di Latina ha respinto ufficialmente la sua richiesta di trascrizione di cittadinanza e quindi Emilio non può fare il passaporto per espatriare. E questo è un male, perché in un paese dove la sanità è a
pagamento, un bambino nelle condizioni di Emilio rischia di non poter ricevere le adeguate cure mediche. Per questo motivo Renato vive in un box auto, mangia alla Caritas e manda tutto quello che guadagna per il sostentamento del bambino. Ma questo alla D’Urso non sembra interessare molto, e davanti ad alcune di queste spiegazioni non ha di meglio da dire che “se io fossi il papà di quel bambino sarei molto più triste, non sorriderei, ma forse sei emozionato” e poi domanda “ma com’è la situazione, il bambino deve essere operato?” non sapendo che Emilio è già stato operato, grazie all’attenzione di un’altra trasmissione Mediaset (Le Iene) e una Onlus che ha raccolto i soldi (25 mila euro) per l’intervento. Infatti Maffia cerca di rendere la cosa simpatica e dice “in un certo senso mio figlio è anche figlio di Mediaset, perché la vostra azienda gli ha salvato la vita. Sarebbe morto senza di voi”. La D’Urso, abituata a ben altre brutture nel suo programma risponde “detta così fa un po’ impressione”. Fine del collegamento e tanti saluti.
Il piccolo Emilio nelle Filippine quando
aveva meno di un anno
Dopo la diretta Renato si è anche sentito rinfacciare da alcuni cittadini che hanno seguito la sua vicenda il fatto che non sarebbe vero, come ha asserito che non ha una casa visto che il collegamento era ambientato in un bellissimo salotto con tanto di camino e bandiera filippina sullo sfondo. Tanto che invece di un collegamento con un caso umano sembrava un messaggio natalizio presidenziale o uno special di Natale della Fox. Ma la casa non era di Renato, naturalmente, ma della giornalista Bianca Francavilla, che l’aveva messa a disposizione per l’occasione. Insomma, tra la conduttrice (che comunque non aveva bisogno di presentazione e per la quale non risultano menzioni per il Pulitzer), l’ambiente principesco e la pessima riuscita del collegamento, quello di “Pomeriggio 5” è stato un bruttissimo quarto d’ora per Renato. Ma va peggio a suo figlio nelle Filippine, rientrato ieri in ospedale per problemi respiratori dovuti alle diverse terapie contrastanti tra cuore e polmoni. E in questo balletto continua a rimanere la domanda: di chi sarà la colpa se questo cittadino metà filippino e metà italiano dovesse morire dentro una baracca di legno e lamiera nelle Filippine invece di ricevere cure mediche gratuite e di qualità in Italia?

1 commento:

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